Ti consiglio un film che comincia con la lettera “A”

Buongiorno a tutti,

a seguito di un sondaggio lanciato sul mio profilo Instagram (@suaviterre) oggi iniziamo con una rubrica sui film che in futuro sarà mensile. Si tratta di una rubrica in cui recensirò diversi film a partire dalle lettere dell’alfabeto per cui cominciano. Oggi è la volta della lettera “A”. Vediamo insieme i più belli!

  1. “A WEEK AWAY”

Se amate i film di genere musical, questo è quello che fa per voi: a metà strada tra High School Musical e Camp Rock, vi ritroverete a ballare e a cantare con i giovani protagonisti, ovvero Bailee Madison (nei panni di Avery), Kevin Quinn (nei panni di Will) e Jahbril Cook (nei banni di George). Will è un adolescente problematico con alle spalle bravate e un furto d’auto che lo hanno portato a girare tra diverse famiglie affidatarie e a sfiorare il riformatorio. Ma un giorno, la vita gli regala una seconda occasione e viene incluso in un campo estivo cattolico, dove i ragazzi si esibiscono in performance canore e di ballo. È qui che Will conosce Avery, una ragazza diversa dalle altre, fresca e spiritosa. Da parte sua è colpo di fulmine immediato… ma riuscirà a togliersi di dosso le preoccupazioni relative al suo passato da cattivo ragazzo e ad affidarsi a lei, senza timori?
Consigliatissimo. Dove? Netflix.

2. “ACROSS THE UNIVERSE”

Sono gli anni della protesta anti-militarista, che fa da sfondo alla storia d’amore tra Jude (Jim Sturgess) e Lucy (la bellissima Evan Rachel Wood, ndr), due giovani amanti che dovranno combattere per ritrovarsi. Il film-musical è ambientato negli Stati Uniti, all’incirca nel 1960, dove politica, concetti psichedelici e onirici s’intrecciano fittamente nella trama. Un altro capolavoro musical che vi farà sognare, portandovi indietro nel tempo, oltre le nuvole. Dove? Chili (noleggiabile a 2,99 euro) oppure PrimeVideo (disponibile gratuito, saltuariamente; per l’acquisto a 9,99 euro).

3. “AL DI LÀ DEI SOGNI

Ammetto spudoratamente che questo rimane in assoluto uno dei miei film preferiti. Con il leggendario Robin Williams (ci manchi, ndr) nei panni di Chris, innamorato incondizionatamente della moglie Annie (interpretata da Annabella Sciorra), artista e pittrice. Il loro amore è quasi inspiegabile, come se neanche la realtà fosse sufficiente a capirlo o a bastarlo. Infatti, persino l’al di là non è in grado di separarli. Durante un incidente, Chris muore e giunge in un luogo che noi tutti definiremmo come il Paradiso, ma c’è un aspetto caratteristico che è visibile solo al protagonista e rende tale posto unico. Chris è infatti, catapultato in una dimensione salvifica, che ha i tratti di uno dei meravigliosi dipinti di Annie. Riusciranno i due protagonisti ad incontrarsi ancora… al di là dei sogni? Estremamente consigliato (con due o tre pacchetti di fazzoletti, serviranno! ndr). Dove? PrimeVideo (noleggiabile al prezzo di 1,99 euro; acquistabile al prezzo di 7,99 euro); Chili (prezzi più o meno simili).

4. “AMABILI RESTI

Lo so, ho già detto che sono di parte, ma ahimè, devo proprio dirlo un’altra volta. Un titolo commovente, a tratti straziante. Se avete la lacrima facile come la sottoscritta, fate attenzione a non disidratarvi. Tratto dal Best-seller di Alice Sebold, narra la storia dell’adolescente Susie Salmon (interpretata da Saoirse Ronan, in maniera a dir poco eccezionale, direi, ndr), che un giorno del 1973 diviene vittima di un crimine tremendo, che la strapperà via per sempre dal mondo terreno e le impedirà di realizzare i suoi sogni. Vegliando dall’alto la sua famiglia, farà di tutto per aiutarli a scoprire l’identità del suo assassino. In un limbo tra mondo terreno e paradiso, incontra Holly, una ragazza che proverà ad aiutarla a superare il brutale accaduto, senza lasciare che l’anima della giovane Susie possa venir logorata dal desiderio di vendetta. Dopo la scomparsa della figlia, la famiglia Salmon non è più la stessa: il padre, Jack, comincia a credere che Susie possa essere stata assassinata da qualcuno di cui si fidava e, da quel momento, comincia a dubitare di chiunque; la madre, Abigail, devastata e impotente, lascia la casa per provare ad andare avanti; la sorella, Lindsey, è la prima ad avere sospetti fondati. Susie ha da sempre avuto una passione per la fotografia, così, Jack Salmon, rispettando la promessa fatta alla figlia quando era ancora viva, sviluppa ogni mese uno dei 24 rullini fotografici e, guardandoli meglio, scopre qualcosa che fino ad allora non aveva mai notato… Credo di avervi svelato anche troppo sulla vicenda, per cui mi taccio e vi indico subito dove potete guardarlo: Netflix; oppure su Chili (noleggiabile al prezzo di 2,99 euro); PrimeVideo (Noleggio al prezzo di 3,99 euro).

5. “A SERIES OF UNFORTUNATE EVENTS” (Una serie di sfortunati eventi)

Questo è da sempre il mio film preferito, è anche quello che consiglierei a chiunque, a qualsiasi età. Uno dei dramedy per eccellenza, quello che non dovrebbe mai mancare nella cineteca di ogni dimora. Vi farà sorridere, vi farà commuovere, vi farà affezionare talmente tanto ad ogni singolo protagonista, che non riuscirete più a staccarvene, nemmeno nel ritorno alla vita reale. “Una serie di sfortunati eventi” narra la storia di tre ragazzi purtroppo rimasti orfani. Ciascuno di loro possiede singolari capacità: Violet, la maggiore, è abile nella risoluzione di qualsiasi problema, è capace di inventare congegni utili per ogni occasione; Klaus, il mezzano, è estremamente intelligente e sensibile, ama alla follia i libri e ha capacità mnemoniche straordinarie; infine abbiamo la piccola Sunny, solare e simpatica quanto il suo nome, che si diverte a mordere praticamente qualunque cosa. A seguito dell’incendio che ha distrutto la loro casa, vengono affidati al loro unico parente, il diabolico conte Olaf, il cui unico interesse è quello di appropriarsi dell’eredità. Infatti, compie ogni genere di malvagità per uccidere i ragazzi. Una sfida dietro l’altra, dopo ogni speranza spezzata, riusciranno i fratelli Baudelaire a vincere contro la perfidia del conte Olaf? Per scoprirlo, guardate “Una serie di sfortunati eventi”, su Netflix.

E così, proprio sul più bello, veniamo al momento dei saluti… vi auguro una buona visione e vi ringrazio sempre per essere così calorosi e amanti di quanto abbia da dire (o da scrivere! ndr)

A presto,

Rebecca Renna, autrice e blogger

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E se fossimo solo la sosta di una notte, l’anestesia emotiva di quel qualcuno per cui bruciamo? Protagonista di un film che pensavo nostro, ma che invece era solo mio. Recensione del libro di Federica di Lallo, “L’universo che ho dentro”

È con immenso piacere che oggi vi presento il nuovo piccolo capolavoro della mia amica, collega e attrice, Federica di Lallo. Dunque, mettetevi comodi, perché d’ora in avanti non si scappa. “L’universo che ho dentro” non è soltanto quello dell’autrice, ma è anche il mio, il tuo, il vostro e soprattutto… il nostro!

Federica di Lallo è un’artista dalle mille sfaccettature, questo lo si capisce immediatamente, quando come per magia, decide di consentirci l’accesso al suo mondo e di cullarci con le sue parole. È da subito intuibile l’influsso di Pascoli e, in tal caso, vi rimando alla poesia “Primavera stanca”, per assaporarne meglio gli elementi e i dettagli. 

Se siete alla ricerca di una lettura che vi regali un posto sicuro, ma anche una rinascita che vi dia la forza di ripartire o, perché no, proprio di ricominciare, “L’universo che ho dentro” è esattamente ciò che fa per voi. 

Le parole sono “stanche a furia di girare in tondo”, perché si sa, la mente può essere insidiosa, è difficile da silenziare. I ricordi bramano di essere rimembrati, riascoltati, visualizzati…

L’amore è un demone, diceva Platone, forse perché quando si ama, la calma non esiste, spesso subentra il fuoco, che è molto più della passione fisica. Quando è la mente ad innamorarsi infatti, si tratta di un amore per cui ci si consuma. Il pensiero diventa più potente di qualsiasi altra sensazione. Se volete capire meglio che cosa intendo, leggete la poesia di Federica, “Brucio”. 

Brucio

Dovrei innamorarmi di me stessa
e bastarmi.

Invece mi consumo pensandoti.

Colo come la cera di una candela
che non smette di far luce
pur sapendo che bruciare
significa avvicinarsi alla fine.

Federica ci insegna che amare è dare il permesso di entrare, non solo nel corpo e nell’anima di noi stessi e dell’altro, ma soprattutto nella mente, fino a lasciare che i cuori combacino.

Abito da tempo la tua periferia…
quand’è che mi consentirai
di attraversare la città?

Federica ci scrive anche di speranza. La speranza di poter trovare, un giorno, quella persona per cui sentirsi al sicuro di abbassare lo scudo.

Lo so, forse vi sto spoilerando un po’ troppo, ma non posso non regalarvi un altro piccolo ma intenso frammento d’amore che l’autrice ci dona nella sua opera. Ecco a voi, “Non prendermi per il cuore“. (Sembrerò di parte, ma questa è in assoluto la mia preferita!)

Non prendermi per il cuore

Se non mi ami,
non prendermi per il cuore.

Non iniettarmi parole drogate di dolcezza
sperando in una mia overdose d’amore.

Se non mi ami,
non prendermi per il cuore.

Non frugare tra le mie debolezze
per conquistare le mie tenerezze.

Se non mi ami,
va via:
lasciami trastullare nella mia
sbornia di attese…
prima o poi sorseggerò
un colpo di fulmine.

Federica Di Lallo ha una scrittura scorrevole, ma intensa. Ci offre infatti, la chiave del suo mondo con dolcezza, permettendoci di entrare nell’universo delle sue emozioni. Nelle sue poesie troverete una casa, una di quelle con il camino acceso, un porto sicuro dove potrete rifugiarvi dopo le tempeste che hanno invaso il vostro cuore. 

Federica ci parla anche di scelta, del coraggio richiesto quando si rinuncia alla persona amata per salvare se stessi. Nessuno di noi dovrebbe vivere a metà, “di incontri fugaci, di attese a volontà”. Nessuno di noi merita di sentirsi un addio costante, perché il “per sempre” che tanto ricerchiamo, non è poi così distante. Ciascuno di noi merita di infrangere i propri abissi interiori nell’abbraccio dell’altro, di essere cullato dalle onde dell’amore con “l’orgoglioso e concessivo canto” in sottofondo. È la colonna sonora della vita che resta incisa “sulla pelle dell’anima, nell’incavo tra l’eterno sospiro e il duro avvenire”. Insomma, diversi sono i temi che attraversano queste pagine, la paura di perdersi il presente per il timore eccessivo di un futuro incerto, il dubbio se affrontare il salto dal dirupo o se evitarlo ancora…

Avete mai pensato all’amore come ad uno spacciatore? Beh, se lo avete fatto, vuol dire che non era amore. Forse, lo era unicamente da parte vostra, perché dare non è forse l’aspetto più bello? Perciò, seguite il consiglio di quest’autrice meravigliosamente emozionante: “tenetevi lontani dagli spacciatori di bugie, dai venditori di vacue fantasie”, circondatevi invece di “rapporti che innalzino la fiamma dell’onestà”.

Non sono necessari rapporti perfetti, di per sé già carichi d’illusione. Non a caso, esistono “abiti asimmetrici” … e poi, la nostra Federica ha ragione, bisognerebbe imparare a gioire di tutto, anche del negativo e del brutto, perché è specialmente quest’ultimo che ci permette di volare oltre i limiti e gli ostacoli, o ancor meglio “ci aiuta ad evolvere”.

Federica è un inno al non rimanere dietro le quinte, ma a farsi avanti alla scoperta. Del mondo, della vita, ma soprattutto di se stessi. Mi ha colpito profondamente una frase, che in realtà è uno splendido concetto: “l’arte moltiplica l’amore”. Infatti, se ci pensate, l’arte è condivisione. E non è forse amore la condivisione? Lascio a voi aperta la possibilità di rispondere.

Siamo arrivati ahimè, alla fine di questo viaggio, che a me ha insegnato tanto, mi ha fatta sentire meno sola, mi ha regalato la possibilità di capire ancora meglio angoli del mio pensiero e del mio cuore che avevo bypassato, forse per timore di leggermi fin troppo chiaramente.

La vita è una penna, non è una matita. Le scelte che compiamo lungo il tragitto del foglio bianco non si possono cancellare. E allora resta solamente una cosa da fare, accettare il rischio e agire. Che il tratto sia leggero o marcato, poco importa. Importa l’aver lasciato una traccia. Soltanto in questo modo, soltanto lungo questo sentiero, potremo farci trovare, da quel qualcuno il cui tragitto coinciderà esattamente con il nostro. Quel qualcuno che, inspiegabilmente capitato lì, ci troverà sempre.

Adesso ve lo do io un consiglio: aprite il vostro cuore al mare e lasciatevi cullare dalle onde, che poi sono i sogni, le avventure più grandi. È vero, spesso la vita ti strattona, ma non dovremmo continuamente addossarci la colpa delle nostre azioni, per ciò che abbiamo fatto o non abbiamo fatto. A volte è la percezione che abbiamo di quello che ci circonda, altre volte semplicemente non ci facciamo caso. E sapete perché?

La vita è un cruciverba dalle mille direzioni, e noi guardiamo nel posto sbagliato. 

Rebecca Renna, autrice e blogger.

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Review Party: quando la vita è un tutto togliere e un tutto dare. Recensione del romanzo di Silvia Mero, “un cuore in divisa”.

Recensione del romanzo di Silvia Mero, “un cuore in divisa

Buon pomeriggio cari lettori, come state?

Oggi sono qui per presentarvi il romanzo di Silvia Mero, “un cuore in divisa”. 

Durante questo review party, affronteremo temi importanti, per cui mettetevi comodi. 

Un prologo dall’impatto profondo ci coinvolge subito nella vicenda del maggiore Matthew, la cui vita nasconde un passato estremamente doloroso. Purtroppo, infatti, egli ha perso sia i genitori che la donna amata, motivo per cui non ha mai più fatto ritorno in quella che una volta poteva chiamare casa: San Diego. Resta dunque alla base di Delaram in Afganistan, dove esercita la sua missione al fianco dell’amico Luke. 

Matthew non crede più nella possibilità di incontrare di nuovo l’amore: la morte di Erin, la donna che amava, lo ha distrutto. Eppure, che sia per il volere del fato o per qualche altra ragione, accade proprio quanto aveva escluso. Addison Pierce, dottoressa in traumatologia, gli regala sensazioni inaspettate. Così, qualcosa scatta… si tratterà di una semplice attrazione o i due protagonisti ci nascondono di più?

Se volete scoprirlo, seguitemi ancora per qualche riga.

Naturalmente, la risposta alla domanda che vi ho posto è no (ma tanto lo avevate già capito, vero? 😉 ).

Entrambi i protagonisti rimangono ammaliati l’uno dall’altra, specialmente la nostra Addison, di cui vi lascio una romantica citazione:

“Rimasi qualche istante a guardarlo, ammirandone i tratti. Gli occhi verdi, che tanto mi avevano scosso quel giorno, adesso mi stavano ammaliando, togliendomi il respiro. I capelli scuri erano un richiamo irresistibile.”

Se deciderete di leggere “Un cuore in divisa”, di Silvia Mero, scoprirete un romanzo intenso, commovente, che tratta temi importanti, quali quello dell’amore, del coraggio e della crudeltà della guerra, che infligge dolore e soprattutto ferite morali oltre che fisiche.  

Matthew rimane sconvolto dal turbine dei suoi sentimenti inaspettati. Le vivide cicatrici lasciate sul suo cuore dalla morte di Erin non gli permettono totalmente di lasciarsi andare a questo nuovo inizio. Forse perché, in effetti, anche questa volta il destino ci ha messo lo zampino e l’incontro tra i due non è affatto così casuale. 

Addison ha subìto un trapianto di cuore, esattamente quattro anni prima della morte della sua Erin, esattamente nello stesso ospedale. “No, non può essere vero”, è sicuramente la frase che in questo istante sta balenando nella vostra testa… beh, avete ragione. È tutto vero. “La vita toglie, la vita dà”, ribadisce l’autrice. Non è mai esistita frase più vera come in questo caso. 

La notizia sconvolge tremendamente il nostro protagonista, che teme ancor di più di tradire la sua amata Erin. Teme che amare un’altra donna, possa significare lasciarla andare per sempre, dimenticarla. Chiaramente, il dubbio lo logora. Riuscirà Addison a lenire le sue ferite? Riusciranno, insieme, ad abbattere tutti i muri, finalmente?

Eccoci dunque, alla fine di questa recensione: ci tenevo a ringraziare Silvia per l’opportunità e per tutte le emozioni che ha deciso di regalarmi con la sua scrittura. È stato proprio un bel viaggio.

Vi lascio tutti i link, un abbraccio letterario…

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Quando perdersi nel buio può significare anche ritrovarsi. Recensione del romanzo di Alissa Hope, “Ti perdo nel buio”.

Buonasera cari lettori, come state?

Oggi sono qui per recensire il nuovo romanzo di Alissa Hope: “Ti perdo nel buio“.

La storia che ci racconta la nostra autrice, comincia con una serata in discoteca, per festeggiare il compleanno di Nicole, la migliore amica della protagonista, Kimberly. Nicole ha un unico desiderio in testa: perdere la verginità. Kim, al contrario, non è esattamente entusiasta del programma, ma acconsente. Da quella sera, seguiranno eventi sconvolgenti, tra cui una nuova conoscenza. Se volete saperne di più, seguitemi nelle prossime righe.

Una storia di brivido, eccitazione ed esaltazione vede coinvolte entrambe, specialmente Kim, che incontra Brian, amante e bramoso di sesso occasionale. Pur non sapendo spiegare a se stessa il motivo, Kimberly prova interesse per quel ragazzo dallo sguardo intenso. Qualche tempo dopo infatti, scoprirà che Brian le trasmette molto più di una semplice attrazione, molto più di quella superficialità dietro cui lui si nasconde. 

Kimberly e Brian hanno entrambi un passato difficile alle spalle, forse è stato proprio questo a farli avvicinare. È vero, non esistono genitori perfetti, tantomeno nessuno può sceglierli, ma Kim, se solo avesse potuto, si sarebbe risparmiata le percosse di suo padre, il suo sperperare soldi in alcol e droga e le punizioni che le ha sempre inflitto per essere venuta al mondo. Si sente “macchiata dai loro errori e dalla loro dipendenza”.

Brian ha un fratello, Julian, il quale si è dimostrato sin da subito interessato a Nicole. Brian lo definisce diverso da tutti i componenti della sua famiglia, in quanto gentile e sempre pronto ad aiutare il prossimo. Entrambi hanno sofferto molto per lo stile di vita imposto loro dai genitori, che hanno da sempre tentato di plasmarli come dei bastardi nei confronti delle ragazze. Eppure, nei confronti di Kim, Brian sembra essere protettivo, le rimbocca le coperte e si prende cura di lei dopo averla trovata priva di sensi davanti alla sua porta di casa. Infatti, Kimberly è stata nuovamente vittima della violenza di suo padre e la prima persona a cui ha pensato di chiedere aiuto è stata proprio lui. Anche se non vuole ammetterlo, quel ragazzo le trasmette sicurezza. 

Il feeling tra i due è innegabile. Vi lascio un assaggio di spoiler a riguardo, giudicate voi… 😉

“La sua bellezza è così disarmante da stregarti l’anima, corpo e mente. Vorrei tanto conoscerlo di più. Sapere il motivo per cui non vuole legarsi. Scoprire cosa lo spinga ad essere così. Perché se fosse davvero una persona senza alcun sentimento, non si sarebbe comportato in maniera dolce con me. È stato attento a non farmi male e lo sentivo rabbrividire ad ogni mia carezza. Prima o poi sarai mio. Non sarò come tutte le altre. Sono certa che un giorno mi amerai.”

Ti perdo nel buio” è un romanzo sensuale, intenso e profondo. È una storia che colpisce i lati più segreti dell’anima.

Estremamente consigliato. Vi rapirà.

Info sull’autrice e link per l’acquisto

Come sempre, grazie dell’attenzione.

Rebecca Renna, autrice e blogger.

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Segnalazione dell’antologia contenente i racconti dei vincitori del concorso “Racconti Siciliani 2020” e recensione de “La scelta di Kira”, di Giuseppina Amato.

Buon pomeriggio cari amici lettori,

oggi voglio segnalarvi un’antologia contenente tutti i racconti dei vincitori del concorso letterario “Racconti siciliani 2020”. In particolare, però, ho intenzione di soffermarmi su “La scelta di Kira“, racconto scritto da Giuseppina Amato, autrice di cui ho recensito anche “Ricordi felici e altri racconti”.

Ci troviamo all’orfanotrofio di Santa Maria di Palermo, che ospita circa trenta bambini, ciascuno dei quali spera di poter trovare presto una mamma e un papà che possa accoglierli e amarli. I bimbi sono tutti trattati come pari, eccetto uno, Domenico.

Domenico è un bambino autistico, molto intelligente, forse fin troppo… si rende conto sin da subito, infatti, di essere un po’ diverso dagli altri bambini e tende quindi ad isolarsi, con la paura di poter essere odiato. Una suora, Rosalia, lo prende molto a cuore, lo segue nei giochi e fa di tutto affinché il piccolo non si senta perso. Un giorno, però, qualcosa di magico lo sorprende: durante una gita al parco, i bambini trovano vicino ad un cespuglio una scatola con dei cuccioli di meticcio. Molti di questi, convincono i propri genitori ad adottarne uno, fino a quando nella scatola non rimane solo una cagnolina. Il suo nome è Kira.

Basta un incrocio di sguardi e tra Kira e Domenico c’è subito feeling. Sembrano, infatti, avere alcuni tratti in comune: anche la piccola cucciola tende ad isolarsi. Tra i due sembra nascere un legame speciale… che riescano proprio a capirsi? Domenico e Kira ricevono presto un regalo, una famiglia li adotta entrambi e dà il via alla realizzazione di quel sogno tanto sperato.

Ma il destino, a volte, può essere profondamente crudele e spesso gli stessi sogni possono subire dei cambiamenti spiacevoli. Sarà questo il caso di Domenico e Kira? Per saperne di più, leggete il racconto di Giuseppina Amato, vi scalderà il cuore.

“Un giorno ci rivedremo e sono sicura che sarà amore a prima vista.”

… o a seconda vista.

Link per l’acquisto:

Buona lettura,

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Quando l’amore può essere molto più di un antidoto… recensione del romanzo di J. L. Berg, “il mondo in una stanza”.

Buonasera amici lettori!

Sono tornata solo ora dalla pausa estiva, ma non mi sono risparmiata letture. Ecco perché, oggi, voglio parlarvi del romanzo di J. L. Berg, “il mondo in una stanza“. Perciò, occhi e orecchie ben aperti, non ve ne pentirete.

Lailah ha 22 anni, ama le serie tv e tutto ciò che possa distrarla e farla sentire solamente una ragazza. Questo è tutto ciò che vorrebbe e che per 22 anni le è venuto meno: sentirsi donna e sentirsi bella e amata. Infatti, a causa di una grave malattia cardiaca, Lailah è costretta a vivere reclusa tra le pareti di una stanza d’ospedale, tra macchinari che l’assistono e l’eterna paura di scomparire sul serio. Con il passato di un trapianto di cuore all’ultimo negato, una speranza mancata e l’eterno ideale di chi vorrebbe essere, si consola tra libri e budini al cioccolato.

Jude è appena arrivato al Memorial Regional Hospital di Santa Monica, ha venticinque anni e un passato tormentato alle spalle. Tre anni prima, infatti, Jude perde l’amore della sua vita, la donna che amava e che avrebbe dovuto sposare.

I mondi di entrambi, d’un tratto, crollano. Eppure, inspiegabilmente ed in milioni di pezzi, questi due mondi s’incontrano.

L’amore è il veleno e al tempo stesso l’antidoto… ma entrambi non saranno in grado di separarsi. Niente potrà mai dividerli… eccetto… la morte.

“Non c’era nulla di prudente nell’innamorarsi.”

E se vi dicessi che il destino non si è risparmiato neanche questa volta? Se vi dicessi che l’incontro tra i mondi dei due ragazzi non è poi così casuale né tantomeno è una semplice coincidenza?

Se siete curiosi, dovete proprio leggere questo romanzo. Sensualità, tenerezza, emozione. Una storia commovente e sincera, che vi terrà con il fiato sospeso dall’inizio alla fine.

Riuscirà Jude ad abbandonarsi nuovamente all’amore, costi quel che costi?

Questo e molto altro tra le pagine di “Il mondo in una stanza“.

Come sempre,

buona lettura.

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3 cose che in questo mese mi hanno resa molto felice: beauty e un classico immancabile.

Buonasera amici lettori,

come state?

Oggi voglio portarvi un contenuto diverso dal solito. È un bel po’ di tempo, infatti, che non vi parlo di prodotti di bellezza, non è vero?

Bene, allora cominciamo subito.

  1. Crema mani Kaloderma – con burro di Karité ed olio di mandorle

Saranno ormai due anni che proprio non posso fare a meno di questo prodotto. D’inverno è letteralmente un must. È molto efficace contro la pelle secca, ma indubbiamente è utilissima anche per preservare le mani dalle possibili intemperie (freddo, caldo, come dopo sole…). Generalmente si trova in tutti i supermercati, ma ho da poco notato che su amazon sono disponibili anche dei “pacchetti risparmio”, che consentono di acquistarne un numero considerevole in modo tale da non pensarci più.

Vi lascio la possibilità di controllare gli ingredienti (so che a tanti interessa l’argomento), ma vi anticipo già che la formulazione è sensazionale: non appiccica, non unge, si assorbe immediatamente e il profumo è delicato. Insomma, fa davvero un ottimo lavoro. Sicuramente la combo glicerina-burro di karitè è un ottimo alleato contro il gelo invernale. Sono presenti emulsionanti che indubbiamente riescono a rendere la texture prima di granuli e completamente omogenea.

La consiglio a chi detesta mettersi i guanti per lavare i piatti -ma che subito dopo se ne pente :)-, a chi è sensibile al freddo, ma anche a chi vuole mantenere le mani e le dita perfette, senza quelle fastidiose screpolature.

Prezzo: oscilla da 1 ai 3 euro circa

2. Crema mani per un’idratazione ancora più intensiva (per mani sfracellate)

Se siete disperati perché le vostre mani sono ridotte malissimo, sono screpolate, oppure ve le siete abbrustolite al sole perché siete molto sensibili (come me, ndr), vi consiglio questa chicca. Risolve qualunque screpolatura, rimpolpa i taglietti e vi salva ancora meglio della Kaloderma. L’unica pecca è che non è troppo facile da reperire. Io l’ho trovata in un “DM Market”, ma vi lascio il link di amazon, in caso non riusciste proprio a trovarla.

Credo che il merito sia da attribuire al 5% di urea contenuta al suo interno, ma anche il resto dei suoi ingredienti ha una buona premessa.

In una sola settimana di utilizzo le mie mani sono cambiate radicalmente. È risultata essere un’ottima alleata anche per le cuticole e per il riassorbimento delle pellicine. SUPER CONSIGLIATA!

Prezzo: Oscilla dai 3 ai 9 euro circa

Ed ora torniamo ad una categoria a cui faccio sempre riferimento. Si tratta, infatti, di un romanzo. Non potevo non parlarvene. Se cercate qualcosa di romantico a livelli estremi, ma che si mantenga su toni delicati e misteriosi, “La signora delle camelie” fa proprio al caso vostro.

Si tratta del romanzo di Alexandre Dumas (figlio), dal quale si vocifera sia stato tratto il meraviglioso film “Moulin Rouge”, con Ewan McGregor e Nicole Kidman.

Marguerite è la fanciulla più affascinante che Armand abbia mai visto, ma non è affatto l’unico a vederla in questo modo. Marguerite, infatti, a Parigi è estremamente famosa. È una delle cortigiane più chiacchierate della città. Eppure, la ragazza è un lusso per pochi, nonostante sia ambita e circondata da numerosi spasimanti. Ma Armand s’innamora di Marguerite per il suo animo nobile, malgrado la sua complessa posizione sociale. E, si sa, “l’anima ha strani rifugi”.

Si tratta di un romanzo molto intenso, dove la magia dei sentimenti dei due giovani si libra tra le pagine ed è in grado di travolgere qualunque lettore o, quantomeno, chiunque abbia il desiderio di farsi trasportare e sia disposto a lasciare da parte le apparenze.

Per quali strade s’incammina e quali ragioni si dà il cuore per arrivare dove vuole andare!

Sicuramente, sarà un bellissimo viaggio per il cuore. Ve lo consiglio caldamente.

Detto questo, mi auguro che questa chiacchierata vi abbia tenuto compagnia. Fatemi sapere se avevo ragione!

Come sempre, grazie.

Rebecca Renna, autrice e blogger.

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Un pizzico d’amore per tutti, ma specialmente “Per te”, recensione del romanzo di Francesco Sole

Recensione del libro di Francesco Sole, “Per te”.

Buongiorno miei cari amici lettori, come state?

Oggi sono qui per parlarvi di un libro che avrei voluto leggere da tempo, ma ecco il fatto: esiste un tempo perfetto per tutto. Nel corso di questa recensione vi spiegherò il perché di questa mia affermazione. Adesso, cominciamo e addentriamoci nella vicenda.

Francesco Sole è un ragazzo dalle tante aspirazioni: è uno youtuber, è uno scrittore, ma è soprattutto un diffusore di emozioni. Lo seguo da anni e sono rimasta sin da subito affascinata dal suo modo di utilizzare le parole per condividere con il mondo il loro potere e le emozioni che possono trasmettere. Forse, proprio perché questo è anche uno dei miei più grandi desideri ed obiettivi di quando scrivo.

Vi lascio il link del suo canale YouTube, nel caso non lo conosceste.

Per te” è un romanzo, ma è soprattutto un ottimo spunto di riflessione, su tanti aspetti differenti che spesso non siamo in grado (o semplicemente non siamo pronti, ndr) di considerare. 

Denny è diventato un cantante di successo. Ha un appartamento extra lusso nella bella e frenetica Milano, tutte le ragazze più belle che gli fanno il filo, la macchina più costosa, le opportunità migliori, la popolarità, una vita all’apparenza da sogno per chiunque. Ma spesso, si sa, l’apparenza inganna. E solo quando ti rendi conto di esserti ingannato in pieno con le tue stesse mani, è allora che ti senti solo anche in mezzo alla gente. 

“Se invece arrivate alla meta per poi accorgervi che avete sbagliato tutto, sarà solo una lezione in più da mettere nel bagaglio delle esperienze. Nella vita o si vince o si impara, si perde solo quando si sceglie di non vivere.”

Zoe aveva tutto. Tutto ciò che potesse farla sentire amata, una bambina felice, una nipote che avrebbe potuto rendere orgogliose tutte le nonne del mondo. Ma la felicità non è eterna, è un attimo. Si fa tanto, non si fa abbastanza per averla, ma quando la si ha non ve ne è percezione. Tutto cambia, però, quando questa svanisce e allora sì che ci si rende conto di aver avuto proprio tutto. Ce ne rendiamo conto quando oramai, è troppo tardi e abbiamo perso proprio quel tutto che dava luce alla nostra esistenza. Nel caso di Zoe, la perdita è stata totale. Prima i suoi genitori, poi sua nonna. E quando la Zoe bambina si rende conto che la morte non sia un semplice “arrivederci”, la vita le scaglia contro un altro duro colpo: il buio.

“Poi era calato il mio sipario sul mondo. È difficile spiegare a qualcuno cosa si provi a diventare ciechi. Non è solo come se qualcuno spegnesse la luce, è un buio ben più profondo, è un’oscurità che si annida da qualche parte dentro di te e inizia a sfidarti, ogni giorno. Questa oscurità non fa sparire solo le immagini e la luce, no, non le basta, comincia a nasconderti anche i ricordi. Non arrivai affatto preparata al momento in cui mi svegliai scoprendo che per me, quel giorno, il sole non sarebbe sorto. Mai più sorto. E, in un primo momento, iniziai a prendere le distanze dalla felicità, per paura che potesse di nuovo scivolarmi via dalle mani.”

Voi credete nel destino? Certamente, per Zoe, la risposta è no. Eppure, quando Denny fa capolino nella sua vita, qualche dubbio sulla questione le viene. È successo per caso, ma è successo perché doveva succedere. Semplicemente. 

“Quel giorno sfiorai il fondo. Ebbi paura che i granelli di sabbia dei quali ero composta venissero trascinati via dal vento, lontani. Ero convinta di avere addosso un’armatura e invece era bastato così poco per rendermi conto di quanto fossi nuda. Era bastata un’ombra diversa dalle altre, l’odore di una persona, la voce di un ragazzo così vicina a me.”

Così, dopo tanto tempo, Zoe si ritrova di nuovo ad avere paura. E quando si ha paura, la cosa più facile è proprio respingere la causa che innesca la paura stessa.

Denny però non demorde. Ha bisogno di Zoe, come lei ha bisogno di lui, anche se stenta a rendersene conto. Quando Denny è con lei, il mondo che l’ha tradito non esiste, si trova nella sua piccola bolla felice, che nessuno può scoppiare. Con Zoe, si sente al sicuro. Con Zoe, Denny il cantante famoso e ricco sfondato, è solo Daniele, un ragazzo dal passato buio e inquieto, che l’ha portato a scrivere la sua musica, quella vera, quella che lo rende vero. 

La piccola favola che li ha coinvolti così, per caso, o come a noi tutti piace pensare, per destino, li avvolge più che mai. Ed è così che, insieme, assaggiano finalmente il sapore della felicità. 

Ma la felicità è così preziosa… un attimo ce l’hai in pugno, un attimo dopo è di nuovo un petalo di rosa che sfugge via con la prima folata di vento. E allora le scelte sono due: lasciare che sfugga via, oppure correre, combattere per riprenderla. Accettando tutte le difficoltà che intercorreranno durante il tragitto. Persino quelle più pericolose, persino quelle che tentano di strapparti via quel nuovo piccolo mondo fatato con crudeltà e senza che avessi la possibilità di prevederlo.

E in amore non si è mai solo un duo, non esistono due entità separate. Esiste il “noi”, una parola importante, che non sta ad indicare quello che molti pensano: l’amore non è completarsi. E non è neanche bastarsi. L’amore è un’aggiunta. È una scintilla che rende la luce più luminosa. L’amore è un accrescersi. Insieme. Ed è per questo, che “in amore uno più uno deve dare tre”. Una realtà che non pensavamo potesse esistere, un percorso in cui non esistono sottrazioni, divisioni, ma un’unica e sola operazione matematica: un’addizione sui cuori e sulle vite di entrambi.

E d’altro canto c’è alternanza, di momenti, di sfumature, di emozioni e di attese.

“C’è un momento per insistere e un momento per aspettare. Bisogna saperli distinguere bene. Lasciare che il tempo faccia il suo effetto sugli altri. Devono prendersi il loro spazio, e tu puoi solo sperare che, in quello spazio, tengano un posto anche per te.”

Francesco Sole ci ha regalato così tante emozioni nelle sue pagine, che sono certa non rimarranno semplicemente stampate. Per me, ad esempio, sono state esattamente ciò di cui avevo bisogno. Vi ricordate quando all’inizio vi ho detto che esiste un tempo perfetto per tutto? Ecco, questo era il mio tempo perfetto per approcciarmi alla lettura di “Per te”. Ho finalmente fatto qualcosa per me, per me ed esclusivamente per me. E credo sia fondamentale, ogni tanto, ricordarsi di chi siamo, delle persone che vogliamo essere, di ogni singola parte di noi stessi. Se sceglierete questo romanzo, non vi limiterete a leggerlo semplicemente, ma dentro di voi si genereranno spunti continui, per riflettere, per cambiare qualcosa che da troppo tempo vi sembra distorto, oppure per rimanere esattamente come siete, per realizzare i desideri chiusi nei cassetti delle vostre anime, oppure per assaporare il profumo d’amore di queste pagine e colorarne la vostra vita.

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Come sempre, vi ringrazio e vi mando un abbraccio libroso…

Rebecca Renna, autrice e blogger.

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Un’avventura tra Kafka e Dostoevskij, quando la violenza diventa una chiave di riflessione sul mondo interiore dell’uomo. Recensione del libro di Andrea Moretti, “Purple Cat”

Recensione del libro di Andrea Moretti, Purple Cat

Buonasera a tutti, come state?

Oggi sono qui per parlare di un libro diverso dal solito. È stata decisamente un’esperienza importante e a cui non mi ero ancora mai approcciata durante la mia vita di lettrice. Vi ho incuriositi un po’? Beh, spero proprio di sì. Cominciamo subito.

Andrea Moretti ci regala numerosi racconti, il primo dei quali, “La canzone di Carmilla”, fa riferimento ad una conseguenza inquietante: Carmilla ha inciso un audio con diverse tracce, una delle quali, definita precedentemente piuttosto banale dal suo fidanzato (nonché protagonista e punto di vista del racconto), scatena in lui sensazioni spiazzanti. Giorgio infatti, dopo aver ascoltato in loop proprio la canzone di Carmilla, comincia ad accusare alcuni sintomi inusuali: tachicardia, ansia, allucinazioni uditive. Insomma, sensazioni (almeno queste) decisamente non banali. Ma se queste non fossero solo sensazioni? Se ci fosse di più… se fossero… reali? Per scoprire che cosa accade, però, dovete continuare a leggere. 

Il suo stile mi ha ricordato molto quello di Kafka, principalmente per la cura dei dettagli delle descrizioni. Ma credo anche che siano presenti mix di stili diversi, così come i caratteri: a tratti horror, splatter, a tratti più delicati e meno marcati.

N.B. Il romanzo presenta alcuni tratti e aspetti violenti, che potrebbero urtare la sensibilità di alcune persone. Se cercate, dunque, qualcosa di romantico e leggero, certamente non è quello che fa per voi. Se, al contrario, non avete paura di sperimentare e cercate qualcosa di diverso da quanto letto finora, il gioco vale la candela.  

Ma la violenza qui, non è l’unica protagonista. L’autore, infatti, ci ha regalato attimi di leggera dolcezza, come la narrazione iniziale condotta in “L’ultima notte”. È la storia di Silvio ed Isabella, “due bug stretti l’uno sull’altra, che disarcionano gli equilibri del mondo.” Mi ha colpita molto, devo essere onesta. Ed in particolare una frase mi è arrivata dritta al cuore:

“C’era sempre chimica tra loro, anche se non si capivano. Non riuscivano a definirsi né riuscivano a lasciarsi.”

Forse perché l’amore non dev’essere per forza un continuo definirsi. Si può amare anche fuori da questi schemi, ci si può capire anche senza capirsi. 

In questo racconto, Andrea ci seduce con le sue parole, ma senza imporci volgarità. Ma siamo proprio sicuri che sia tutto qui? E se, improvvisamente, la mente del protagonista subisse un rapido conflitto e incontrasse una parte di sé che ha tutto un altro programma? Ebbene, accade proprio l’inaspettabile, ma non vi rivelerò alcun dettaglio. Vi darò solo un indizio: è stato un po’ come tornare a leggere delitto e castigo di Fēdor Dostoevskij. 

Andrea Moretti ha delineato un suo stile ben preciso e ha certamente un carattere stilistico importante, motivo per cui vi consiglio caldamente di approcciarvi alla sua opera con la mente aperta e con la voglia di scoprire che cosa si nasconde nell’animo umano. Nell’animo dell’uomo quando spesso è impaurito da ciò che non può prevedere (la morte, lo stato attuale del covid 19 -nel suo romanzo troverete anche una parte dedicata proprio a questo).

Si percepisce davvero che l’autore abbia letto molto nella sua vita. È riuscito ad inserire aspetti d’altri tempi rendendoli profondamente attuali. Potreste rimanere piacevolmente sorpresi. 

Alcune info sull’autore e link per l’acquisto

Andrea Moretti nasce a Roma il 20 aprile del 1990.

Laureato magistrale in sociologia.
Cresciuto in provincia di Viterbo, ma stabile da tempo in Abruzzo.

Ha tenuto laboratori di scrittura creativa come volontario in alcune strutture detentive; ha collaborato con una testata giornalistica online, occupandosi di cinema e manifestazioni culturali.

Ha partecipato a diversi concorsi letterari, premi di poesia nazionali e internazionali, eventi di reading, accompagnati da musica, piazzandosi spesso come finalista, e pubblicando racconti e poesie in svariate antologie.
Ha collaborato per anni con l’associazione culturale Arte e Cultura.

Acquisto tramite la CASA EDITRICE VJ EDIZIONI

Grazie, come sempre, per la vostra attenzione. Ci vediamo presto!

Rebecca Renna, autrice e blogger

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Nuova ricetta, questa volta è tempo di salato: spaghetti integrali con gamberetti e vin santo

Buonasera amici, come state?
Se non vi siete ancora stancati delle mie parole, vi voglio stupire con una nuova ricetta super golosa: oggi prepariamo insieme gli spaghetti integrali con gamberetti e vin santo, una ricetta che vi farà fare un figurone, che sia per un’ipotetica cena tra amici o, ancora meglio, con il vostro stomaco!

Cominciamo subito vedendo che cosa ci servirà: gli Ingredienti

Gamberetti

Aglio

Zenzero in polvere

Limone (succo e scorza grattugiata)

Pomodorino del Piennolo (o ciliegino)

Prezzemolo

Spaghetti integrali

Olio EVO (due cucchiai rasi)

Vin Santo (1 cucchiaio)

Sale q.b.

Pepe q.b.

Procedimento

  1. Mettiamo a soffriggere l’olio con l’aglio in una padella antiaderente a fuoco medio per circa 2-3 minuti.
  2. Tagliamo il pomodorino a cubetti, pezzetti, come volete… basta che siano fettine piccole.
  3. Aggiungiamolo al soffrittino e mescoliamo con un cucchiaio di legno. Aggiungiamo anche il prezzemolo e i gamberetti e continuiamo a mescolare con cura.
  4. Dopo circa 5 minuti di cottura, aggiungiamo anche il succo di limone, lo zenzero, il pizzico di sale e il pepe e giriamo per bene il tutto.
  5. Poi, con l’aiuto di una grattugia, ricaviamoci anche la scorza del limone e aggiungiamola al nostro sughetto.
  6. Mettiamo a bollire l’acqua.
  7. Continuiamo a mescolare il nostro sughetto di pesce e aggiungiamo mezza tazzina d’acqua, per evitare che il tutto si attacchi. Continuiamo a mescolare.
  8. Bene. Siamo a metà dell’opera. Se l’acqua bolle, facciamo tuffare gli spaghetti integrali e tiriamoli fuori 3 minuti prima del termine previsto dalla confezione.
  9. Aggiungiamo il vin santo al nostro sughetto e lasciamo che si asciughi. A questo punto aggiungiamo anche gli spaghetti avendo cura di far scivolare un po’ di acqua di cottura (poca! Vogliamo mantenerli al dente!). Dopo circa 5-10 minuti il nostro piatto sarà pronto.

Consiglio: provate a sostituire il pepe con il peperoncino… vi stupirà!

Sono sicura che rimarrete estremamente soddisfatti. È un piatto fresco, estivo, da leccarsi i baffi!

Spero che anche questa ricetta vi sia piaciuta… vi mando un abbraccio goloso e vi auguro Buon Appetito!

Rebecca Renna, autrice e blogger

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Altre info utili

-Marca pasta: Spaghetti integrali De Cecco (puoi acquistarli qui)

-Marca Vin Santo: Zibibbo/Vino Liquoroso (puoi acquistarlo qui)

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